venerdì 31 ottobre 2008

>> PROFEZIA di CALAMANDREI nel 1950

INTERVENTO di Piergiorgio Odifreddi Così la scuola diventa un affare privato da l'ESPRESSO (30 ottobre 2008)

Gli scioperi e le occupazioni che in questi giorni scuotono le scuole e le università italiane sono la reazione all'ormai famigerata legge 133 del 6 agosto 2008, che in realtà non è affatto una riforma dell'istruzione: piuttosto, contiene "disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria". Si tratta, cioè, di una legge di riordinamento economico che ha lo scopo principale di tagliare i costi e le spese dovunque, e affonda dunque la sua lama in tutti i tipi di servizi sociali.

Gli articoli che interessano l'istruzione e la ricerca sono pochi: sostanzialmente, il 15 sul costo dei libri scolastici, il 16 sulla facoltà di trasformazione in fondazioni delle università, il 17 sui progetti di ricerca di eccellenza, e il 64 sulle disposizioni in materia di organizzazione scolastica. E lo scopo, dichiarato espressamente nel comma 6 di quest'ultimo articolo, è di ottenere risparmi che vanno dal mezzo miliardo di euro per il 2009 ai 3 miliardi per il 2012.

Ora, poiché la scuola è uno dei servizi fondamentali che giustificano l'esistenza stessa dello Stato, insieme alla sanità, ai trasporti e alle comunicazioni, e i servizi per loro natura richiedono costi economici per poter offrire benefici sociali, è chiaro che mettere mano agli innegabili e gravissimi problemi che affliggono la scuola, badando soltanto e unicamente a risparmiare dal lato economico, significa fraintenderne le cause e rischiare di aggravarli invece di risolverli.

E invece è ormai evidente che la strategia del governo in questo campo si riduce a una e una sola azione: il taglio radicale dei finanziamenti alle scuole pubbliche di ogni ordine e grado, dalle elementari alle università, e il loro drastico ridimensionamento in termini di numero di classi, ore di lezione, indirizzi, sperimentazioni, piani di studio, insegnanti e personale non docente. Vanno in questa direzione, ad esempio, la reintroduzione del maestro unico (e trino, visto che il maestro generalista sarà affiancato dai due maestri di inglese e di religione), e il rapporto di uno a cinque fra le entrate e le uscite, cioè fra le assunzioni e i pensionamenti, dei docenti universitari.
Di fronte allo strangolamento economico della scuola e dell'università - scrive il prof. Piergiorgio Odifreddi
(http://espresso.repubblica.it/dettaglio/scuola-affare-privato/2047019) sull'Espresso in edicola oggi 31 ottobre - mi sono tornate in mente le parole che Piero Calamandrei* pronunciò di fronte al Terzo Congresso dell'Adsn (Associazione a difesa della scuola nazionale) a Roma, l'11 febbraio 1950: data non casuale, essendo l'anniversario della firma dei Patti Lateranensi e dei benefici che lo Stato accordava, e continua ad accordare nonostante la congiuntura economica, alla Chiesa in generale e alle scuole cattoliche in particolare.

Rileggiamo dunque le sue parole, così antiche eppur così moderne: "Facciamo l'ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuole fare la marcia su Roma e trasformare l'aula in alloggiamento per i manipoli, ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C'è una certa resistenza: in quelle scuole c'è sempre, perfino sotto il fascismo c'è stata. Allora il partito dominante segue un'altra strada: comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, a impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole E allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare in queste scuole, perché in fondo sono migliori, si dice, di quelle di Stato. E magari si danno dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli, invece che alle scuole pubbliche, alle scuole private. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata.

Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d'occhio i cuochi di questa bassa cucina. L'operazione si fa in questo modo: rovinare le scuole di Stato, lasciare che vadano in malora, impoverire i loro bilanci, ignorare i loro bisogni, attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private, non controllarne la serietà, lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare, e dare alle scuole private denaro pubblico".

*
PIETRO CALAMANDREI (Firenze, 21 aprile 1889Firenze, 27 settembre 1956) è stato un giornalista, giurista, politico e docente universitario .Nel '45 fu nominato membro della Consulta Nazionale e dell'Assemblea Costituente in rappresentanza del Partito d'Azione. Partecipò attivamente ai lavori parlamentari come componente della Giunta delle elezioni della commissione d'inchiesta e della Commissione per la Costituzione italiana.

>> Tra applausi e vento ...siamo tutti SAVIANO


di LAURA GIROLAMI
dal Messaggero del 31.10.2008

Tra applausi e vento forte è continuata la protesta contro la legge Gelmini. Ieri mattina in piazza Cesare Battisti professori, studenti e passanti hanno assistito e partecipato alla lettura di “Gomorra” di Roberto Saviano. «L’attualità è il punto in comune che unisce il romanzo e il motivo per cui noi siamo scesi in piazza. Inoltre sull’esempio di Saviano che per le sue idee sta rischiando la vita anche noi vogliamo farci sentire, e non arrenderci», dice Marica Violini, rappresentante della Consulta studentesca. L'Accademia
di Belle Arti di Macerata ha aderito allo sciopero della scuola e dell'università con una lezione all'aperto dei Corsi di comunicazione visiva multimediale e di pittura. A dare il loro contributo sono arrivati anche i ragazzi dell’Istituto d’arte. Con le mani legate come atto simbolico hanno iniziato a disegnare. «Non è giusto tagliare i fondi per i laboratori che per un istituto come il mio sono fondamentali per la parte pratica del piano di studi» dice Elena Migliorelli rappresentante Istituto d’Arte Macerata. La manifestazione ha aderito al programma di RadioRai 3 «Fahreneit». A inizio lezione, il professor Massimo Puliani ha letto il documento firmato da cinque premi Nobel in favore dello scrittore napoletano.



Dal Corriere Adriatico
“Siamo tutti Saviano”


MACERATA - Tutta incentrata sulla lotta alla criminalità organizzata la lezione all'aperto dell'Accademia delle Belle Arti, che si è svolta ieri mattina in piazza Cesare Battisti. Una lezione-reading che ha visto avvicendarsi al centro della piazza docenti e studenti dell'Accademia delle Belle Arti sulle pagine del libro di Roberto Saviano Gomorra. Intorno moltissimi ragazzi seduti in cerchio.

Abbiamo scelto questo argomento perchè anche noi come Saviano vogliamo lottare contro ciò che non vogliamo, ci ha detto a margine della lezione la rappresentante della consulta studentesca Marica Violini. E nonostante il decreto sia stato approvato, Marica assicura, il movimento continuerà a far sentire la sua voce.

Durante il reading a cui hanno partecipato anche il professor Puliani, il professor Forlani e la professoressa Marasca, alcuni studenti hanno fatto una performance di pittura con le mani legate.


>> FORUM: e ORA che FARE della PROTESTA?

Per Il forum inviate i vostri commenti a

ufficiostampa.accademia@virgilio.it


MessaggioInviato a Repubblica.it : Ven Ott 31, 2008 10:13 am

Titolo: LE PROSSIME SETTIMANE - E PROSSIMI MESI

Durerà parecchio. Durerà parecchio se non subirà la tendenza fisiologica dei movimenti a sgonfiarsi. Durerà parecchio se aumenterà le orecchie , le teste e le intelligenze che riuscirà a raggiungere. Durera parecchio se comincerà, per la prima volta, a inventarsi forme di lotta che "non tolgano qualcosa" per chiedere "qualcosa di giusto". Durerà parecchio se un nuovo lessico del rapporto tra fine e mezzi sarà inventato. Durerà parecchio se riuscirà a coniugare la domanda di sapere con la resistenza alla facile tentazione di usare forme banali di temporanea cessazione dell'offerta di sapere. Durerà parecchio se riuscirà a raccontare che tra le intelligenze migliori di questo paese c'é la voglia di difendere-sognare-fare futuro. Durerà parecchio se non cederà a lusinghe e tentazioni di consunte politiche. Durerà parecchio se difenderà a denti stretti l'irrappresentabilità.
Durerà parecchio perché DEVE durare parecchio! Perché nell'onda non ci sono solo le speranze di chi scende in piazza in decine di migliaia, ma anche quelle di altre centinaia di migliaia che solo aspirano a futuro, non sapendo ancora quanto necessario sia il cominciarlo a FARE questo futuro... da oggi.

giovedì 30 ottobre 2008

>> GRANDE PARTECIPAZIONE alla LEZIONE ALL'APERTO dell'ACCADEMIA

SIAMO TUTTI SAVIANO
se vuoi firmare >>>>http://alexptt.altervista.org

L’Accademia di Belle Arti di Macerata si è riunita giovedì mattina in Piazza Battisti per aderire in maniera insolita e collettiva allo sciopero nazionale della scuola e dell’università.

Nell’ambito dell’iniziativa si è tenuta una lezione all’aperto dei Corsi di Comunicazione Visiva Multimediale e di Pittura dell’Istituto, accomunati da una partecipata adesione di docenti, studenti e cittadini che hanno condiviso la proposta di dedicare un’orazione civile a Roberto Saviano. La manifestazione ha aderito al programma di RadioRai 3 “Fahreneit” e ha trovato a Macerata numerosi sostenitori che hanno portato solidarietà all’autore di “Gomorra”.

A inizio di questa lezione all’aperto il Prof. Massimo Puliani ha letto il documento firmato da cinque premi nobel in favore dello scrittore napoletano, costretto a vivere “blindato” perché minacciato dalla camorra: Dario Fo, M. Gorbaciov, Gunter Grass, Rita Levi Montalcini, O. Pamuk e D. Tutu.

L’orazione civile, coordinata dalla rappresentante degli studenti dell’Accademia Marica Violini si è intrecciata in maniera allegorica alla lotta che gli studenti stanno portando avanti in questi giorni contro i tagli alla scuola e all’università.

Agli interventi dei docenti (Teresa Marasca, Marina Mentoni, Roberto Cresti, Paolo Gobbi, Fabrizio Sibona, Annamaria Cognini, Alessandro Forlani) si sono alternati quelli degli studenti e di cittadini che hanno sentito l’esigenza di portare la loro voce in sostegno ai fatti che stanno muovendo l’opinione pubblica: tra questi gli attori Antonella Ventura e Piergiorgio Pietroni.

Gli studenti del Corso di Pittura hanno tenuto una performance “a mani legate” costruendo un dipinto collettivo che è stato esposto all’ingresso dell’Accademia, a ricordo e testimonianza di una giornata che si è svolta con grande senso di civiltà e come dimostrazione di un modo di protestare senza ideologie pregiudiziali. Uno sciopero quindi che non è stato solo di dissenso, ma anche proposta di un modo di vivere l’Accademia con impegno civile e partecipazione culturale.

>> NO AI TAGLI

A titolo informativo: pubblichiamo una MOZIONE DEL CONSIGLIO ACCADEMICO del Conservatorio di Milano. Anche l'Accademia di Macerata ha avuto un taglio del 40% sul Fondo Ordinario 2009. E la preoccupazione è quindi lecita......

NO AI TAGLI ALLA SCUOLA/UNIVERSITA' /ACCADEMIA,

NO AGLI SPRECHI

SI' AGLI INVESTIMENTI SULLA SCUOLA PUBBLICA


Il Consiglio Accademico del Conservatorio di Milano, preso atto del taglio del 40% dei finanziamenti ministeriali che va ad aggiungersi alla mancata attuazione dell'articolo 5 della Legge 508/99 e successive modifiche ed integrazioni con la conseguente pluriennale mancata attribuzione di finanziamenti per la gestione ordinaria dell'immobile, SEGNALA con viva preoccupazione l'attuale grave situazione di crisi finanziaria, crisi tale da mettere in serio dubbio il corretto funzionamento di tutta l'offerta formativa e didattica.

Si sottolinea che già da tempo tagli e inadempienze hanno costretto questo Conservatorio ad aumentare le rette a carico degli studenti e ad utilizzare, per le spese vive di gestione (bollette, etc.) fondi in realtà destinati alla didattica, ivi compresi quelli provenienti dalle rette stesse.

(Seduta del 23 ottobre 2008)dal sito http://www.unams.it/Istituti_alta_cultura/default_iiac.htm

mercoledì 29 ottobre 2008

>> PUNTI di DISCUSSIONE

tratto da Repubblica.it

Dal maestro unico ai precari degli enti di ricerca: ecco tutti i motivi di una protesta che da settimane porta in piazza insegnanti, alunni e genitori, tutti contro il ministro dell'istruzione, dell'Università e della Ricerca, Mariastella Gelmini.

Il maestro unico. Il maestro unico. Il ripristino del maestro unico nella scuola primaria sin dal prossimo anno scolastico è uno dei temi che mette d'accordo insegnanti, genitori e buona parte dei pedagogisti. Il team (tre insegnanti che operano su due classi) ha portato la scuola elementare italiana ai primi posti nelle classifiche internazionali. Il nostalgico ritorno al maestro unico, spiegano i sindacati, è dettato soltanto da "necessità di cassa" e accorcerà il tempo scuola a 24 ore settimanali: 4 ore e mezzo al giorno (il testo della legge). Stesso discorso per la scuola dell'Infanzia che dal prossima anno rischia progressivamente di vedersi accorciare il tempo scuola. Attualmente il cosiddetto tempo normale (dalle 8 alle 16) è diffuso nel 92 per cento delle classi. Il Piano Gelmini prevede che progressivamente, e in relazione alle richieste dei genitori, il tempo obbligatorio passi a 5 ore giornaliere. E se si volesse fare il tempo pieno...che ci pensino le scuole (ma con quali soldi??!!!!)

I tagli agli organici della scuola. Sta di fatto che la Finanziaria estiva prevede una autentica cura da cavallo per il personale della scuola. Una serie di "operazioni", come quella del maestro unico o la riduzione delle ore di lezione alla media e al superiore, consentiranno all'esecutivo di tagliare 87 mila e 400 cattedre e 44 mila e 500 posti di personale Ata: amministrativo, tecnico e ausiliario. Saranno i 240 mila docenti precari delle graduatorie provinciali a pagare il salatissimo prezzo della "razionalizzazione" delle risorse e gli 80 mila Ata che ogni anno consentono alle scuole di funzionare (il testo della legge)


Le classi per gli alunni stranieri. La creazione di classi differenziate per gli alunni stranieri, "rei" di rallentare i processi di apprendimento degli alunni nostrani, non era messa in conto. Ma da quando la Lega ha preteso e ottenuto l'approvazione di una mozione che istituisce di fatto le classi "per soli stranieri" la questione si aggiunge al lungo elenco di motivazioni che portano il mondo della scuola a protestare (il testo della mozione)

La chiusura delle scuole. Per rastrellare alcune centinaia di posti di dirigente scolastico e, bidello e personale di segreteria il ministro Gelmini ha imposto alle regioni, che si sono ribellate, di mettere mano ai Piani di dimensionamento delle rete scolastica. Secondo i calcoli effettuati dai tecnici di viale Trastevere, una consistente fetta delle 10.766 istituzioni scolastiche articolate in quasi 42 mila plessi scolastici va tagliata. Così circa 2.600 istituzioni scolastiche autonome rischiano di essere smembrate e accorpate ad altri istituti. Ma quello che preoccupa maggiormente gli amministratori locali è che il ministero vorrebbe cancellare dalla mappa scolastica del Paese circa 4.200 plessi con meno di 50 alunni.

Il contratto dei prof. Non è uno dei punti più indagati dai media ma i sindacati ricordano al governo che maestri e prof hanno il contratto scaduto da 10 mesi. ALTRi da 2 anni!!!!!! E in tempi di tempeste finanziarie e inflazione galoppante la questione appare di un certo rilievo.

Il provvedimento "precari" degli enti di ricerca. (il testo).
In base a un disegno di legge, già approvato dalla Camera, che contiene una norma sulla stabilizzazione dei precari, 60 mila PRECARI che fino ad oggi hanno lavorato presso università ed enti di ricerca rischiano di vedere andare in fumo i loro sogni. Se gli enti da cui dipendono non riusciranno a stabilizzarli entro il 30 giugno 2009 dovranno trovarsi un'altra sistemazione: magari all'estero (il testo del provvedimento)

PROFESSORI: 1 su 5.
Ogni cinque professori che andranno nei prossimi anni in pensione gli atenei potranno assumernbe uno solo. Quella di entrare stabilmente nel mondo universitario, per migliaia di precari già in forze presso gli atenei, diventa un autentico miraggio.


La privatizzazione delle Università. La finanziaria prevede la riduzione annuale, fino al 2013, del Fondo di finanziamento ordinario e un taglio del 46 per cento sulle spese di funzionamento. Un combinato che, tagliando in pochi anni 1,4 miliardi di euro, farà mancare l'ossigeno agli atenei e li costringerà, anche attraverso la trasformazione in Fondazioni, a cercare capitali privati.



martedì 28 ottobre 2008

>> IL DECRETO GERMINI E' LEGGE!

Roma, 30 ott. - (Adnkronos/Ign)-
La protesta studentesca si intensifica nel giorno dell'approvazione del decreto Gelmini. Il provvedimento è passato al Senato con 162 voti a favore, 134 contrari e tre astenuti. In tutta Italia piazze, strade e sedi istituzionali sono state prese d’assedio per dire 'no' alla riforma, voluta dal ministro dell’Istruzione.

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DA PANORAMA http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=33853&sez=HOME_SCUOLA

di Vasco Pirri Ardizzone

ROMA (1 novembre) - Dopo il passaggio finale avvenuto martedì scorso al Senato, il decreto legge n. 137 del 1 settembre, il cosiddetto decreto Gelmini, è una legge dello Stato. Nella legge “recante disposizioni urgenti in materia di istruzione e università” sono previste misure quali il ritorno del voto in condotta, i voti in decimali al posto dei giudizi, il maestro unico, l’educazione civica. Mentre i tagli e le disposizioni contro cui gli studenti di mezza Italia stanno protestando, ormai da settimane sono/erano già contenute nella Finanziaria. E nel 'piano programmatico Scuola'. Per capire cosa sia questo piano è necessario fare alcuni passi indietro. Arrivando precisamente a giugno.

Nella Finanziaria, quella approvata in 9 minuti e mezzo il 18 giugno dal Consiglio dei ministri, all’articolo 64 e nella relazione tecnica era (o.... é? ndr) contenuta l'entità dei tagli che la scuola avrebbe dovuto subire nel prossimo triennio. E la manovra, è noto, è stata buttata giù poche settimane dopo la formazione del governo da Giulio Tremonti e dai suoi uffici.

Le modalità di realizzazione dei risparmi dovevano essere contenute in un apposito "piano programmatico Scuola'’ che Mef (ministero Economia e Finanze) e Miur (ministero Istruzione, Università e Ricerca) dovevano predisporre entro poche settimane. Ad oggi il 'piano programmatico Scuola' è stato steso su carta ed è davanti alle commissioni parlamentari Cultura e alla conferenza Unificata, che si è rifiutata di esaminarlo se prima il governo non rinuncerà alla possibilità di nominare un commissario ad acta nel caso che le regioni non razionalizzino la rete scolastica entro il 30 novembre. Questione che ha messo in allarme i governatori come ha spiegato Vasco Errani, presidente della Conferenza delle Regioni: «Se non viene eliminata quella norma le Regioni non parteciperanno alla conferenza unificata». Nei tagli è previsto che in tre anni a circa centomila persone tra supplenti e personale Ata non verrà riconfermato il contratto. Ovvero che se ne torneranno a casa.

Misure dunque già note a giugno. Eppure la ministra bresciana pare essersene accorta solo dopo l’estate. Forse perché, ritenendo lei stessa abnorme la cacciata in soli tre anni di centomila persone, ha sperato che la norma potesse venire accantonata. O diluita nel tempo.

Si arriva così ai primi di settembre quando in un incontro-scontro con Tremonti lei prova a spiegare al ministro che mandando a casa quasi centomila persone in tre anni non si diventa certo popolari. Tremonti, durante la discussione a Montecitorio, le ribatte: «Cara Gelmini, sei diventata ministro per volontà di Berlusconi e non grazie a voti presi tra la gente». Come a dire che del consenso non se ne deve occupare. Al titolare di via XX settembre non passa nemmeno per l'anticamera del cervello di rinunciare ai tagli sul personale alla scuola. Perché? Semplice: con i tagli agli inseganti precari e al personale Ata copre quasi 2/3 della manovra, 8 mld circa.

La Gelmini si fa insistente. Cerca di mediare e chiede almeno di diluire la cacciata dei precari in cinque anni e non in tre, come viceversa previsto dalla manovra. E’ a quel punto che Giulio sbotta: «Gelmini, mi hai rrrrotto... (come nella parodia tv di Corrado Guzzanti, ndr) i coglioni. La questione è politica. Se proprio insisti - minaccia - allora andiamo da Berlusconi e gli diciamo ‘o io o te’...». Lasciando ammutolita la povera Gelmini, che non reagisce e non replica. E soprattutto, cede. Per poi scoppiare in un pianto davanti al ministro dell’Economia, che però non mostra alcun ripensamento, né si intenerisce.

>> Perché questo movimento?



Riceviamo e pubblichiamo per partecipazione:

Con il presente Vi comunico che giovedì 30 ottobre, dalle ore 11.00, sarà svolta in piazza
Cesare Battisti di Macerata, una manifestazione di protesta contro la riforma Gelmini con la partecipazione dei docenti che aderiscono allo sciopero, ricercatori, studenti, artisti ecc...
La manifestazione consisterà in una lezione simbolica aperta a tutti, sulla partecipazione e la solidarietà, in particolar modo, saranno effettuate letture no-stop su Gomorra di Roberto Saviano che sta rischiando la sua vita per aver denunciato l'emergenza-camorra.
RingraziandoVi, attendo una gentile conferma dell'avvenuta pubblicazione.
Distinti saluti,

Marica Violini
Rappresentante della Consulta Studentesca all'Accademia di Belle Arti di Macerata

>> DATI OCSE sulla SCUOLA

“Le cifre impietose dell’ultimo rapporto OCSE sull’istruzione scolastica e l’Università in Italia chiedono in maniera evidente a Governo di tornare immediatamente indietro rispetto alla legge 133 di conversione del D.L. n. 112 e al recente provvedimento che ripristina il maestro unico nella scuola elementare.
Se, infatti, nel quadro globale dell’istruzione, l’Italia è classificata peggio del Cile, la scuola elementare rimane tra le migliori del mondo.
Il tempo pieno è una conquista sociale. Il tempo scuola esteso anche alle ore pomeridiane ed integrato con il servizio mensa a cura dei Comuni o delle stesse scuole, risponde sia ad esigenze didattiche e di potenziamento dell’offerta formativa, sia alla necessità delle famiglie, sempre più caratterizzate dall’attività lavorativa di entrambi i genitori.

Sul fronte Università emerge il divario più forte tra l’Italia e gli altri Paesi: spendiamo 8.026 dollari per studente contro gli 11.512 della media Ocse.
E dunque sembra proprio inopportuno che la legge n. 133 tagli progressivamente il 30% del Fondo ordinario e permetta la sostituzione di 2 docenti ogni 10 dimessi.

ANCHE L'ACCADEMIA DI BELLE ARTI di MACERATA ha avuto un taglio del 30% sul Fondo ordinario annuale.

Tagli ai docenti a contratto, Tagli alle ore frontali per gli Studenti"

>> NOTIZIE ANSA di martedì 28 ottobre


18:57 Università Macerata, domani sospensione attività

Il Senato accademico dell'Università di Macerata, su proposta del rettore Roberto Sani, ha autorizzato la sospensione dell'attività didattica per l'intera giornata di mercoledì 29 ottobre, per consentire la più ampia partecipazione di tutte le componenti universitarie alle iniziative di discussione e di confronto sulla legge 133 e sul complesso dei provvedimenti recentemente varati dal governo in materia di scuola e università. Corteo in città, occupata Scienze della comunicazione.




17:47
Roma, universitari raggiungono presidio Senato

A Roma il corteo degli universitari sta raggiungendo piazza Navona per unirsi al presidio sotto la sede del Senato. Migliaia di dimostranti, dietro lo striscione "non pagheremo la vostra crisi" procedono spediti nonostante la pioggia insistente. Il corteo riunisce gli universitari de La Sapienza e di Roma Tre che si sono incontrati in piazza Venezia al termine di due cortei distinti che sono partiti rispettivamente dalla cittadella universitaria e dalla zona di ostiense.

"Le mobilitazioni che si stanno svolgendo in tantissime città italiane non sono né fasciste né comuniste e invitiamo gasparri a informarsi meglio su quanto sta accadendo all`interno delle università prima di rilasciare dichiarazioni così pesanti". Lo scrive in una nota l'unione degli universitari, spiegando che "gli studenti che stanno protestando in questi giorni sono per la maggior parte studenti che non appartengono a nessuna organizzazione, bensì sono studenti che hanno analizzato i provvedimenti messi in campo da questo governo ed in particolare dal ministro tremonti ed hanno compreso che rappresentano la fine dell`università pubblica".

>> ALTRI DATI OCSE dal Messaggero del 24.10.08


.....'assemblea tenutasi ieri mattina nell'Aula Magna della facoltà di Economia a Urbino per confrontarsi su "Università: quale futuro dopo la Finanziaria 2009".

Tutti uniti contro il taglio di risorse previsto dalla legge 133 e il blocco del turnover, convinti che porteranno al collasso un sistema che è già sottofinanziato rispetto alla media UE, gli intervenuti hanno rilanciato la mobilitazione annunciando per la mattinata di martedì 28 una grande assemblea in piazza della Repubblica «per far sentire anche alla cittadinanza - ha spiegato Daniela Barbaresi della Cgil - le ragioni della protesta squarciando il velo della disinformazione. Una protesta intelligente per informare la gente e dare valore al lavoro dell'Università».


«Se il governo rifiuterà ancora di ascoltarci - ha affermato Stefano Azzarà, intervenuto in rappresentanza dei ricercatori - sarà però necessario pensare a forme di lotta più incisive ed efficaci. Personalmente, ritengo che se neppure lo sciopero nazionale indetto dai sindacati per il 14 novembre riuscisse a far cambiare idea al governo, tutte le università italiane dovrebbero coordinarsi per arrivare ad un blocco simultaneo dell'anno accademico».

L'Università italiana vive attualmente con risorse molto inferiori a quelle degli altri Paesi OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), ha sostenuto nel suo intervento il preside della facoltà di Economia, Gianfranco Ferrero. La spesa e il finanziamento pubblico per studente sono nettamente inferiori a quelli di Stati Uniti, Inghilterra, Germania e Francia. «Il numero di studenti per docente - ha detto - è nel nostro Paese superiore alla media OCSE: in Italia è di 20,4 studenti a docente; la media Ocse è di 15,3 studenti a docente». Quindi, meno risorse e meno docenti degli altri Paesi.


«E' vero - ha continuato Ferrero - che ci sono molte cose da riformare nell'Università Italiana, ma non è vero che tutto vada male, e soprattutto non è vero che i nostri laureati siano mediamente meno preparati dei laureati degli altri Paesi».


E, venendo ai tagli previsti dalla Finanziaria, «in questo scenario - ha affermato il preside di Economia - non aiutano a risolvere i problemi ma semmai li complicano. Questo vale soprattutto per l'Università di Urbino. L'Ateneo negli ultimi anni ha portato avanti un processo di risanamento con molti sacrifici che ha permesso di chiudere il bilancio consuntivo nel 2007 con un saldo positivo di 5,7 milioni di euro. Ora, il finanziamento pubblico è stato già ridotto da quest'anno di 1.271.000 euro. Nei prossimi anni i tagli al FFO avranno ripercussioni ancora più pesanti. La "Carlo Bo" è attualmente sottofinanziata rispetto a quanto dovrebbe avere».
mb dal Messaggero del 24.10.08

>> La foto più .....provocatoria



Ricercatori universitari a Roma...sono finiti in mutande!
Sono rimasti nudi, coperti solo da un boxer o da reggiseno e mutandine, per protestare contro chi '«spoglia la ricerca» (Eidon) dal CORRIERE della SERA